Prime Esperienze
Una prima volta
di pattymilf
15.11.2024 |
15.934 |
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"Tre sottili strati di tessuto li separavano..."
Patrizia aveva quattordici anni quando le si era sviluppato il seno, sodo e abbondante. Aveva sempre attirato gli sguardi maschili, anche perché non usava il reggiseno. Al mare portava il bikini, assai ridotto nella parte superiore. Mario, un ragazzo più grande di lei di tre anni, era stato il primo a palparle le tette, amico di suo fratello maggiore. Era stato al mare, una sera, un luogo appartato. Vi erano arrivati con lo scooter di lui; avevano steso una coperta per terra. Non era la prima volta che uscivano, aveva iniziato a baciarla. Le aveva appoggiato una mano sopra la camicetta stringendole appena i seni. Non avvertendo alcuna resistenza gliela aveva sbottonata; i capezzoli spiccavano sopra le ampie areole scure circondate da quel poco di pelle chiara dove non arrivava il sole.Iniziò ad accarezzargliele. Lei gli fermò la mano.
‘Fermati’
‘Perché?’
‘Non si deve’
‘Non ti piace?’
Con l’indice le titillava un capezzolo
‘No.. si.’
Glielo strinse fra due dita. Era turgido.
‘Secondo me ti piace’
Riprese a baciarla, le infilò la lingua tra le labbra socchiuse. Riprese a giocare con il suo capezzolo, lei provò ancora ad allontanarlo, lui glielo strinse forte causandole solo un po’ di dolore. Continuò a tormentarla arrotolandole i capezzoli tra le dita, tirandoli e torcendoli appena, finché non la sentì gemere. E non per il dolore. Si dedicò allora alle sue tette, prima una, poi l’altra. Erano due belle arance mature, sode e sensibili. Non bastava la mano per contenerle. Gliele stringeva e i capezzoli sporgevano così duri ed invitanti; li prendeva tra le labbra succhiandoli e mordicchiandoli.
La sentiva gemere sempre più forte.
‘Ti piace? ‘
‘Sì, continua’
Le tolse la camicetta; si stese sulla coperta, la fece mettere a cavalcioni sopra di sé; la sua gonna, già corta, risalì scoprendo quasi completamente le cosce nude. Lui indossava un paio di pantaloncini leggeri. Tre sottili strati di tessuto li separavano.
Lei appoggiò le mani sulle sue spalle, chinandosi un po’: scuoteva il busto, le mammelle ciondolavano appena davanti al suo viso.
-Sono tutte tue. -
Le riprese in mano, stringendole forte e ciucciandole con passione.
Patrizia si agitava sopra di lui, era praticamente seduta sul suo cazzo ormai duro. Vi si sfregava contro, più o meno coscientemente.
Mario iniziò a carezzarle le cosce risalendo verso il culetto, scivolò facilmente sotto gli slippini, le stringeva le chiappette sode, attirandola verso di sé, guidandola avanti e indietro sui suoi inguini.
Patrizia qualche volta si era masturbata, ma stavolta era un’altra cosa. Le labbra di lui sui suoi capezzoli sensibili, le mani con le stringevano con forza il fondoschiena e lo strofinio della sua fighetta contro quello che sentiva essere l’uccello di Mario le procuravano un piacevolissimo senso di calore che partendo dal basso ventre le risaliva attraverso le tette fino al cervello. Non c’era più bisogno che il ragazzo la guidasse, si strofinava su d lui come una gatta in calore; e gemeva come una gatta in calore.
Mario vide che aveva gli occhi chiusi e le labbra socchiuse, un’espressione di piacere intenso traspariva sul volto, i capelli biondi glielo coprivano in parte. Era appoggiata sulle sue spalle che stringeva con forza. Lui sollevò il bacino e in un attimo abbassò pantaloncini e slip. Poteva quasi sentire i peli della fighetta contro il suo cazzo duro.
Le stringeva le tette con forza, Patrizia si strofinava contro di lui sempre più velocemente; Mario spingeva verso l’alto, cercando quasi di colpirla. Avrebbe volto entrare dentro di lei, ormai persa nel suo piacere. Arrivò prima lei. Gli piantò le unghie addosso. Il respiro sempre più affannoso. Scuoteva la testa. Emise un ultimo profondo respiro e gli si accoccolò sul petto.
-Che bello, non pensavo sarebbe stato così bello-
-Sembravi una gattina, una gattina in calore-
-Mi fai sentire una….-
-Una?-
-Puttanella-
-Con due tette da favola-
-Sempre puttanella resto, mi fanno male per quanto me le hai spremute-
-Non sembrava dispiacerti-
-Neanche a te farlo, ti ho sentito-
Si era distesa su un fianco, accanto a lui che le prese una mano portandola su di sé
-Sentimi ancora-
Ce l’aveva ancora molto duro
-Toccalo- le disse abbassandosi le mutande
-No.. dai-
-Tu sei venuta, io no-
-Solo un po’-
-Prendilo -
Era la prima volta che Patrizia ne teneva uno in mano; qualche volta lo aveva accarezzato sopra i pantaloni, ed una volta era sicura che il ragazzo che toccava fosse venuto nelle mutande anche perché gli si erano bagnati i pantaloncini che portava.
Mario avvolse con la sua manona la manina di lei che a stento riusciva a contenere il suo cazzone.
-Fai così, su e giù-
Le liberò la mano e Patrizia proseguì da sola; le piaceva. Accelerò il ritmo. Si accorse che Mario spingeva il bacino verso l’alto come cercasse la sua mano. Ansimava.
-Ti piace? -
-Ccccontinua, veloce-
Vedeva le tette di Patrizia che si muovevano appena spinte dai movimenti del braccio, i capezzoli duri e sporgenti. Riprese a palparla a piene mani
-Piano, mi fai male- cercò di difendersi liberando così l’uccello di Mario; lui la mise supina mettendosi sopra di lei; era un ragazzo forte e ben allenato, mentre lei era minutina. Non ebbe difficoltà a tenerle le braccia ferme lugo i fianchi bloccandola con le gambe, del resto non trovò neanche molta resistenza.
-Mario cosa vuoi fare? -
-Finire-
Ed infatti cominciò a masturbarsi mentre la guardava: immaginava di entrare dentro di lei, messa a pecorina, la fighetta bagnata pronta riceverlo. Con la mano libera la accarezzava, raggiunse la bocca e le infilo due dita tra le labbra
-Leccale….succhiale..-
Sentiva la lingua umida di Patrizia e pensava gli leccasse il cazzo. Lei si accorse che stava aumentando il ritmo, le stava affondando le dita in bocca; lo vide schizzare, tanti getti abbondanti che la raggiunsero sul seno, uno sul viso, altri sul pancino. Lui ne raccolse uno con un dito e glielo mise tra le labbra socchiuse.
-Lecca ancora, è buono-
Per lei fu un gesto automatico, era un po’ salato, ma le piacque.
Le spalmò la sua crema sulle tette.
-Lo faremo ancora-
-Si Mario –
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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